Il mondo del retail italiano tra presente e futuro – parte prima

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di Francesco Chironi, Associate Partner yourCEO

Il mondo retail nazionale, complice l’effetto lockdown prolungato, è nel pieno di un profondo stravolgimento alimentato dall’ e-commerce, che sta rivoluzionando alcuni tra i paradigmi tradizionali degli ultimi 30 anni. Anche il panorama delle formule tradizionali e delle relative manifestazioni in format di vendita fisico è interessato da cambiamenti strutturali di fondamentale importanza. Tutti elementi che impongono alle cabine di comando delle aziende di settore (distribuzione e industria) un’attenta riflessione in chiave strategica finalizzata a individuare aree di interesse, processi e strumenti da adeguare entro il tempo utile ad evitare che si possa essere letteralmente travolti dal cambiamento, o al più sopravvivere fuori dalla competizione. 

FOOD – GROCERY

Relativamente al mondo “fisico”, è prepotentemente emerso e si è in poco tempo evoluto il format discount, al suo debutto italiano quasi schifato o deriso dagli specialisti di settore, ma che in una ventina d’anni ha raddoppiato la propria quota di mercato, assumendo una connotazione soft, e imponendosi con fiducia anche tra la clientela più sofisticata. Lo ha fatto adattando intelligentemente i propri assortimenti e la qualità del prodotto a bisogni tipici di un mondo dominato da supermercati e superstore, e introducendo un livello di convenienza diffusa capace di condizionare fortemente la concorrenza affermatasi a colpi di superofferte ripetute, per anni cavallo di battaglia degli ipermercati, format in Italia oggi sempre meno attrattivo. Hanno sempre più successo politiche di every day low price, a scapito dello strapotere della grande marca, che per molti anni ha monopolizzato qualunque scelta imprendtoriale di allocazione spazi nei negozi, al prezzo di contribuzioni fantasmagoriche spesso in grado di drogare i conti economici del distributore. E così si impone prepotentemente la MDD, quella per anni chiamata solo marca privata, ancora con ampissimi margini di sviluppo rispetto alle best practice mondiali, una fantastica opportunità win win di collaborazione tra le insegne della distribuzione e migliaia di piccole e medie imprese dell’agroindustia altrimenti costrette alle sagre di paese, capaci di assicurare qualità eccellenti, e sempre più chiamate a raggiungere il taglio imprenditoriale e dimensionale necessario per la partnership duratura col retail. Contemporaneamente ci si riappropria del concetto di prossimità, di quello del “piccolo ma fornito”, dei servizi essenziali non più prerogativa esclusiva di cattedrali commerciali sparse nella campagna e affollate agorà di vociante aggregazione da fine settimana. Nel mentre, non sono mai tramontati i mercati rionali, dove tutto è nato e dove qualunque attento manager retail dovrebbe periodicamente transitare per un bagno di ripasso dell’ABC del mestiere, di concetti preistorici sempre attuali, gli stessi che negli anni sono stati ripresi e riprodotti su scala industriale dalle maggiori insegne della GDO. Non a caso, anche nel 2023 la vetrina fondamentale di un supermercato è ancora costituita dal reparto ortofrutta, sempre all’ingresso dei negozi, e dai tentativi più o meno riusciti di riprodurre, nel percorso di visita principale, condizioni di mercato rionale ed esperienzialità attraverso i reparti serviti del freschissimo.

NON FOOD

Per ore si potrebbe parlare anche del non alimentare, dell’evoluzione nel mondo del tessile pret a porter, dominato da insegne un tempo inesistenti, della totale impermeabilità al cambiamento delle boutique del lusso, la cui attenzione è piuttosto orientata a processi in grado di salvaguardare la propria immagine dall’assalto delle imitazioni. A questo proposito non si può dimenticare l’effetto WTO sulla facilità di import da mercati orientali, la possibilità di vestirsi eleganti anche con pochi soldi (e altrettanto poca… qualità). I department store sono diventati vetrine a pagamento shop in the shop dei marchi più importanti, con notevole alleggerimento della presenza gestionale diretta sul business da parte delle proprietà che li ospitano. Ormai estinti i sarti italiani, con la stessa velocità tendono a estinguersi negozi di ferramenta, le cartolerie, i piccoli venditori di materiali edili, le falegnamerie di città, i corniciai, i venditori di piccoli elettrodomestici, e molte altre professionalità, tutte assorbite dalla larga scala degli iper specialisti, dei category killer, della grande dimensione, dei cash & carry dedicati agli artigiani della casa. Un mondo radicalmente trasformato in pochi anni, ma già a sua volta pienamente coinvolto in percorsi di nuovo cambiamento legati anche all’impatto trasversale dell’ecommerce, di cui tutti devono occuparsi, che introduce una miriade di temi manageriali che questo nuovo mondo sta chiamando ad affrontare, e pone con forza dirompente per tutti i prossimi anni.  E’ allora proprio al giusto approccio al tema dell’e-commerce che occorre riservare uno specifico spazio di approfondimento dedicato, a completamento di questa prima finestra dedicata al retail.

YOURgroup ha colto la portata di questi cambiamenti e continua ad attrezzarsi per poter contribuire a soddisfare , attraverso l’esperienza di manager retail sempre più numerosi,  la sete di competenza e professionalità che soprattutto le medie realtà del settore manifestano con crescente intensità.

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