SOCIETY 5.0

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di Alberto Cibocchi, Partner yourCEO

 

 

Una definizione di Society 5.0, ovvero di Società 5.0, potrebbe essere questa:

 “Una società centrata sull’uomo che bilancia il progresso economico con la risoluzione dei problemi sociali e un sistema che integra in maniera spinta lo spazio virtuale e quello fisico”.

I paesi più avanzati sono ormai entrati nell’era della quarta rivoluzione industriale. È in atto una rapida diffusione delle nuove tecnologie nei processi produttivi e in tutta la vita sociale, una convergenza tra mondi reali e mondi virtuali in un “Internet delle cose”.

Oggi siamo più connessi, più informati e, quindi, più inondati di messaggi ed informazioni di qualunque altra epoca storica vissuta dall’uomo. 

La sfida epocale che abbiamo davanti è: come indirizzare al meglio queste trasformazioni.

Non possiamo fare affidamento sul nostro attuale schema di riferimento e ai nostri modelli culturali per dare un senso al mondo del domani. Se analizziamo il contesto che abbiamo intorno e quello che ci aspetta con la forma mentis con la quale siamo cresciuti, rischiamo di arrivare alla demonizzazione di tutto. Siamo già oltre al concetto di Smart City; non abbiamo bisogno di città tecnologicamente connesse e funzionali, ma di individui che creano collettività nuova e differente, nei comportamenti, pensieri e giudizi.

Non dobbiamo più cercare di raccogliere ulteriori informazioni; ora dobbiamo dare un senso al volume enorme di informazioni che abbiamo. Questo è ciò che significa essere una società intelligente che assorbe le innovazioni della quarta rivoluzione industriale non solo per migliorare la produttività, ma anche per aiutare a risolvere problemi sociali.

 

Benvenuti nella……

 

Nel marzo 2017, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha presentato la visione del Giappone per “Society 5.0” alla fiera CeBIT di Hannover, in Germania.
La Società 5.0 è stata proposta nel “Quinto piano di base di scienza e tecnologia” come una società futura alla quale il Giappone dovrebbe aspirare. Viene dopo la società venatoria (Società 1.0), la società agricola (Società 2.0), la società industriale (Società 3.0) e la società dell’informazione (Società 4.0).

Sadayuki Sakakibara, presidente di KEIDANREN (la Japan Business Federation) ha descritto il concetto di “Society 5.0″ come un progetto nazionale “per realizzare un futuro, in cui le vite e la convivenza sociale delle persone siano ottimizzate facendo pieno uso di tecnologie innovative come IoT, IA, robot e Big Data“.

 

KEIDANREN ( Japan Business Federation) ha definito il concetto di società 5.0 come

la creazione di una nuova società intelligente che aiuta a risolvere le questioni sociali  e non  semplici miglioramenti della produttività. Per creare una tale società, dobbiamo eliminare gli ostacoli in cinque aree: ministeri e agenzie, sistemi legali, tecnologia, risorse umane e accettazione pubblica.

 

La Società 5.0 non sarà, quindi, a compartimenti stagni (lavoro, casa, divertimento, riposo e pensione) ma tutto sarà intrecciato.
Nicholas Negroponte (fondatore del laboratorio di alta tecnologia del Mit-Massachusetts Insitute of Technology) spiega che la società sta passando dal modello a uovo fritto (dove albume e tuorlo assumono contorni ben chiari) a quello ad omelette, cioè da un modello di vita con fasi ben distinte e sequenziali ad uno dove istruzione, lavoro e tempo libero convivono in ogni fase della vita dell’uomo, ovvero un omelette, dove le parti non sono più nettamente riconoscibili.

È il modello “human technology oriented” scelto dal Giappone come guida di riferimento per il futuro, che rimette la tecnologia al servizio della persona ed ha come pilastro la “Connected Industries”.

 “Connected Industries” che ci consente di:

  • creare connessione tra industrie produttive, imprese di servizi, organizzazioni pubbliche, persone fisiche, impianti, tutti allo stesso livello;
  • creare nuovo valore aggiunto, crea nuovi prodotti / servizi, migliora la produttività;
  • risolvere problemi sociali come l’invecchiamento, la mancanza di personale, i vincoli ambientali e energetici;
  • rafforzare la competitività industriale, migliorando della vita delle persone in un contesto di sano sviluppo dell’economia.

Cuore della strategia di sviluppo giapponese sono le piccole e medie imprese, che costituiscono il tessuto produttivo di riferimento del paese, identificate per raggiungere la crescita sostenibile di medio e lungo termine necessaria alla società 5.0. 
L’ “industria connessa” consiste nella connessione tra industrie produttive, imprese di servizi, organizzazioni pubbliche, macchine e persone oltre i confini fisici e oltre le generazioni, per una continua generazione di valore aggiunto. 

Questo modello, attraverso l’Internet of Things, l’uso dei robot e i Big Data consente di migliorare la produttività, la qualità del lavoro e di ridurre i costi. Grazie allo smart working permette, inoltre, a uomini, donne e anziani di entrare più facilmente nel mondo del lavoro.

La vera rivoluzione consiste tuttavia nel declinare su larga scala le conquiste della “Connected Industries”. La digitalizzazione, infatti, ha le potenzialità di aiutarci a cambiare i mestieri a discapito di quelli alienanti, a creare nuovo valore riducendo la disoccupazione, limando le iniquità sociali e a risolvere problemi come l’invecchiamento, la mancanza di personale, i vincoli ambientali ed energetici.

In tema di nuove professioni, ad esempio, la tecnologia sta contribuendo a ridisegnare le attività produttive: le aziende possono rinunciare a una forza lavoro “fisica” evitando attività logoranti e dannose.  In sostanza  sarà necessario sostituire la “manodopera” con le “mentidopera, poiché le aziende avranno sempre più fame di “professioni della conoscenza”.

Per rendere sostenibile la società del prossimo futuro non si può pensare di arrestare la rivoluzione digitale, ma si deve lavorare per ritrovare un nuovo equilibrio tra uomo e tecnologia, alzando l’asticella dei nostri obiettivi e puntando a una miglior qualità della vita. Un nuovo equilibrio che ci richiede di essere uomini pensanti.

Le politiche dei governi e le scelte strategiche delle aziende devono essere quindi focalizzate alla crescita delle persone e allo sviluppo di nuove competenze ad alto valore aggiunto.

La società 5.0 è quindi una società super-intelligente in cui tecnologie come big data, Internet of Things (IoT), intelligenza artificiale (AI) e robot si fondono in ogni settore e in tutti i segmenti sociali. La speranza è che questa rivoluzione informatica e tecnologica sia in grado di risolvere problemi che sono attualmente impossibili, rendendo la vita di tutti i giorni più confortevole e sostenibile.

 

“L’essenza della società 5.0 è che sarà possibile ottenere rapidamente la soluzione più adatta per soddisfare i bisogni di ciascun individuo.”

(Shinzo Abe  primo ministro giapponese alla Conferenza internazionale sul futuro dell’Asia nel 2017)

 

Hayashi (ministro giapponese della cultura, dello sport, della scienza e della tecnologia), sostiene la necessità di adeguare il sistema educativo, al fine che questo soddisfi i bisogni ed i valori della società 5.0, partendo dalla scuola elementare per arrivare all’università. 

Se l’immaginazione è il primo passo verso la possibilità di realizzare un’evoluzione della società (Society 5.0),  il settore educativo di un paese, ha il compito di preparare i suoi studenti a un futuro sconosciuto ma entusiasmante, creando una generazione che sarà determinante nel farla diventare una realtà.

“Dobbiamo  fornire agli  studenti  le competenze  sia  per sopravvivere  in  una società  in continua evoluzione, sia per guidare questo cambiamento.”                                       

(Yoshimasa Hayashi, ministro dell’istruzione giapponese)

La società 5.0 è “l’epoca storica” della “digital transformation”: la trasformazione digitale delle aziende private e delle organizzazioni pubbliche, con il cambio che porta nella customer & citizen experience, coinvolge l’intera società e diventa l’infrastruttura che da corpo a tutto. La digital transformation è il cuore pulsante che spinge in avanti la Società 5.0, portando tecnologia ed innovazione all’interno delle organizzazioni e permettendo un salto nelle modalità operative e relazionali, abbattendo le barriere interdipartimentali.

Per abbracciare la “digital transformation” in un processo ampio che tocca il quotidiano (pubblico, privato e lavorativo) di tutti, dobbiamo spostare il focus, dobbiamo stimolare un’adozione più ampia di questa vision, facendola uscire dai capannoni per entrare nelle scuole e nelle modalità formative, nelle amministrazioni pubbliche locali, negli uffici, nel dibattito pubblico e, alla fin fine, nella vita di tutti.

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