Change management e/o Innovation management?

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di Lorenzo De La Feld, Partner yourCEO

 

Generalmente in contesti di crisi, anche meno importanti di quello che stiamo oggi vivendo, molte aziende tendono a concentrare i propri sforzi su attività che possono essere ricondotte esclusivamente a logiche di semplice Change Management. Si tratta di reazioni “passive” alla crisi che cercano di ridurre in primis i costi, azzerando di conseguenza qualsiasi idea di investimenti che invece sono la benzina che permette al “motore” azienda di continuare a fare strada e macinare chilometri. Quanto appena esposto sopra è un comportamento naturale, una reazione spontanea che ognuno di noi ha probabilmente vissuto in diversi ambienti professionali ma che porta con sé un livello di rischio molto alto, oltre ad essere orientato al breve (o brevissimo) periodo. Una delle conseguenze più immediate è che vengono quanto meno ridotte (se non azzerate, dipende dal punto di partenza) tutte quelle attività legate alla filosofia dell’ Innovation Management che consiste invece nel reagire in maniera “attiva” alla crisi cercando nuove opportunità che portino valore economico. Sempre per rimanere in ambito motori, se volessimo paragonare il tutto ad una gara di formula 1 potremmo affermare che i veri campioni sono quelli che ai Box, sia nelle qualifiche che in gara, continuano a studiare un assetto della propria vettura tale per cui, oltre ad essere capaci di frenare (change management) prima della curva (crisi), riescono ad accelerare (Innovation Management) per affrontare il nuovo rettilineo (opportunità) che si presenterà sicuramente all’uscita della curva stessa

Diversi sono gli studi (tra cui segnalo uno recente di McKinsey https://www.mckinsey.com/business-functions/strategy-and-corporate-finance/our-insights/innovation-in-a-crisis-why-it-is-more-critical-than-ever#:~:text=Having%20the%20ability%20to%20rapidly,start%20in%20the%20innovation%20race) che dimostrano, tra le altre cose, come le aziende che innovarono in periodi di crisi (2009) siano state quelle capaci di ottenere una performance migliore di circa il 10% durante la crisi stessa e del 30% nel periodo di ripresa post crisi.

Innovation Management vuol dire cercare attivamente nuove opportunità di crescita e ancora oggi questo approccio viene visto erroneamente come attività complessa, costosa, rischiosa e soprattutto abbordabile solamente dalle grandi aziende investendo grosse somme. Come è accaduto per il Project Management, l’Innovation Management è da considerarsi una disciplina alla portata di tutti e che può essere recepita sia da Imprenditori che da Manager e Professionisti, applicata concretamente in azienda attraverso strumenti e metodi semplici e robusti di “creative problem solving”, che aiutano anche a calare concretamente la trasformazione digitale nei business models aziendali.

In Italia siamo imbattibili nella creatività e nell’invenzione, purtroppo però una buona parte di essa “evapora” e non viene trasformata e concretizzata, “messa a terra” nel linguaggio di oggi. Come è possibile invece “imbrigliare” questa creatività e condurla in un percorso che possa sfociare in un progetto concreto? Come dimostrato dal seguente grafico, l’Innovation Management di qualità è una metodica che aiuta a priorizzare le idee, generare risultati più grandi (Return on Innovation) e al contempo ridurre il rischio di dispersione.

Secondo il World Economic Forum, persone che avranno sviluppato capacità di analisi e competenze di innovazione sono tra le più richieste oggi dalle aziende e nei prossimi 5 anni. https://www.weforum.org/reports/the-future-of-jobs-report-2020

Quindi anche per questi motivi, in un periodo di incertezza e difficoltà come quello che stiamo vivendo, non limitiamoci ad implementare logiche di Change Management; come Manager, Professionisti o come Imprenditori non dimentichiamoci di guardarci intorno, pensare differente e cercare nuove opportunitá di innovazione e crescita. Non farlo esporrebbe le nostre realtà, una volta riusciti a frenare, quanto meno al rischio di essere superati dai concorrenti all’uscita della curva, rischiando di perdere opportunità interessanti per il futuro delle nostre amate PMI, quando torneremo presto ad accelerare su un nuovo rettilineo.

 

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