LEADERSHIP COLLABORATIVA, TEAM BUILDING

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di Sergio Pissavini, Partner yourCEO

 

Esistono numerose teorie sui diversi stili di leadership. Ciò che si deve sempre individuare è un modello che più si adatti alla personalità del Leader senza dimenticare che una qualsiasi forma di leadership ha un gradiente di applicazione che dipende dalle diverse personalità del Team stesso, dalla cultura locale e dalle diverse situazioni.

Stili di Leadership

Indipendentemente dalla situazione aziendale in essere (start-up, crisi o business consolidato) diversi sono gli stili di gestione che si possono attuare.
Nella storia personale di ognuno di noi generalmente si inizia mutuando lo stile del proprio mentore oppure si ricerca uno stile opposto a quello che si è “subìto”.
In entrambi i casi la naturale e auspicabile evoluzione dovrebbe essere armonizzare uno stile con la propria personalità ed esperienza.
Nel corso della mia carriera ho lavorato con diversi Leader che applicavano uno stile di “Leadership Collaborativa” e questo modello, anche per indole personale e scelta etica oltre che per esperienza diretta, è diventato il mio modus operandi.
Per confrontare l’efficacia dei più comuni stili di leadership (direttivo, carismatico, etc.) nell’ambito di quelle che considero attività critiche per il successo di una qualsiasi organizzazione (visione a lungo termine, implementazione dell’organizzazione etc.) ho ritenuto utile elaborare un grafico radar e, a seguire, una rappresentazione più intuitiva della efficacia dei diversi stili manageriali in relazione ad alcune aree strategiche: gestione del team, gestione della specifica situazione (ad es.: crisi, cambiamento di mercato etc.), gestione dei processi organizzativi.

 

Dei diversi modelli di leadership sperimentati ne sottolineo alcuni aspetti critici.
Lo stile “Delegante” tende a formare dei “Silos” all’interno del team e rischia di aumentare la conflittualità.
Lo stile “Coaching” può trasformarsi in un inefficace plagio che diminuisce la capacità decisionale del team.
Nello stile “Strategico” il dettaglio della parte esecutiva viene spesso messo in secondo piano rendendo la strategia elaborata un’utopia.
Lo stile “Situazionale”, che per definizione dovrebbe essere il più efficace, è in realtà di complessa applicazione in quanto potrebbe essere conflittuale con la propria indole (vi ricordate la favola di Esopo della rana e dello scorpione?).  

Come realizzare una Leadership Collaborativa?

La creazione di un Team, e non raccogliere un gruppo di persone, è un passaggio determinante cosi come seguire alcuni concetti fondamentali e perseguire una attività costante di Team building.

La regola aurea è non diluire la Responsabilità ma ogni singolo componente del Team, incluso il Leader, si deve sentire “accountable”.
Un Leader collaborativo stimola un confronto aperto (impedendo quello che gli anglosassoni definiscono “put a tag on the back”), ascolta, si confronta, segue suggerimenti e porta ad una decisione finale condivisa e perseguita insieme (“walk the talk”).
È seduti alla tavola del meeting, non in piedi davanti alla macchinetta del caffè prima del meeting, il luogo dove prendere decisioni.

Creare il team e il team building

Diverse sono le metodologie egli strumenti che possono aiutare nella creazione di un Team e per realizzare attività di Team building.

Il metodo MBTI (Myers-Briggs Type Indicator®) individua la personalità del singolo e soprattutto la modalità con cui comunica e come percepisce le comunicazioni degli altri. L’elaborazione del test è un momento critico in quanto per essere funzionale deve far si che i componenti del Team siano disposti a  riconoscere i propri punti deboli e non siano unicamente concentrati ad esaltare i lati forti.
È già un esercizio di Team building in cui l’HR  deve venire affiancato da un coach esperto ed esterno che sappia confrontare tutti in egual modo.

Condividendo all’interno del Team i risultati di questa analisi si facilita la comunicazione, si riducono le incomprensioni e si migliora efficacemente il proprio modo di comunicare in funzione dell’interlocutore.
Per definire un efficiente scambio tra due persone o dipartimenti ho spesso utilizzato il metodo Need – Not Need (L.Joris 2002). E’ una analisi che indica le azioni da mettere in atto nel momento in cui si riceve o non si ricevono informazioni.
La regola aurea è non dimenticarsi mai di ringraziare per quanto si ricevere e spiegare sempre perché serve l’informazione richiesta.

 

Far descrivere da un componente del Team il ruolo e la responsabilità di un collega è spesso utile per scoprire come vengano compresi i rispettivi ruoli e le aspettative che ne conseguono. Spesso affiorano dei fraintendimenti che devono essere definitivamente chiariti.
Per comunicare le diverse priorità e necessità correttamente e in modo continuativo (“walk the talk”) promuoviamo lo “Stand up meeting”: un incontro in piedi, veloce (non più di 20 minuti), settimanale (lunedì mattina), tra i componenti del Team, con poche regole. Nei singoli interventi della durata inferiore a 5 minuti si condividono le diverse priorità settimanali, si richiede la collaborazione di altri membri del Team e si informa sui recenti eventi importanti (arrivo di un ordine strategico, richieste di audit da un Cliente etc.).
Per conoscersi al di fuori delle competenze lavorative rinforzando la coesione del Team esistono diverse iniziative offerte dal mercato. Tutti devono partecipare. A seconda delle necessità possono essere legate ad esempio al mondo dello sport (rugby, vela etc.) o della musica (cantare in coro, suonare degli strumenti etc.).
Rimane ancora una volta fondamentale l’impegno del Leader che deve esporsi in prima persona, nel guidare le iniziative, esserne il primo partecipe e motivatore.

Linee guida

Per facilitare l’applicazione di questo stile di leadership i concetti fondamentali sono :

  • Conoscere il Team (Team Building, MBTI);
  • Motivare il Team (Comunicazione);
  • Integrare il Team (Stand-up meeting, Need not Need);
  • Escludere il campione che gioca da solo;
  • Evitare il sommerso affrontando le questioni irrisolte.

“Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante”  – proverbio del Burkina Faso

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